sabato 19 luglio 2014

RECENSIONE: "PURGATORIO" DI FRANCESCO GUNGUI

Ciao a tutti, nargilli! Il mio intento di oggi è analizzare bene uno dei libri che nel marasma della BookTubeAThon non ho ancora digerito del tutto, forse perché le mie aspettative erano troppo alte, forse perché la frenesia di questa settimana non mi ha fatto apprezzare ogni singolo libro come avrei voluto. Si tratta di Purgatorio, di Francesco Gungui, il secondo volume della trilogia dei Canti delle Terre Divise che, a mio parere, parte con una premessa intrigante ed innovativa: plasmare il contesto dantesco ad un futuro distopico. Con Inferno questa idea era stata sviluppata con grande maestria, Gungui faceva numerosissimi riferimenti ai canti danteschi e sempre con molta finezza e rispetto. Tuttavia sul seguito ho avuto qualche perplessità, mi è sembrato fin da subito che l'autore volesse come cambiare rotta ed adattarsi ai comuni stereotipi di un distopico moderno, perdendo la sua vena di originalità. Questo tuttavia non mi ha impedito di divorare letteralmente Purgatorio e di esserne affascinata e catturata in molte parti. Prima di iniziare questo luuuuungo discorso, andiamo ad analizzare con più precisione di cosa vi sto parlando: [ATTENZIONE! SPOILER PER CHI NON HA ANCORA LETTO INFERNO, RIDOTTI AL MINIMO MA INEVITABILMENTE PRESENTI]


Purgatorio
di Francesco Gungui
Serie: Canti delle Terre Divise #2
 
 
Goodreads rating: 3,92
Casa editrice: Fabbri Editori
Prezzo: € 14,90 
 


Trama: Alec e Maj sono scappati da Inferno, creando così una frattura nel mondo strettamente controllato da eserciti e tecnologia. Hanno dimostrato che opporsi è possibile e hanno dato il via a tanti piccoli focolai di rivolta. Per questo l’Oligarchia deve trovarli ed eliminarli al più presto. Intanto i due ragazzi hanno raggiunto un’isola che l’Oligarchia non sa nemmeno esistere. È Purgatorio, rifugio dei Ribelli, gli uomini e le donne che negli anni sono scappati alle grinfie del controllo e che progettano di rovesciare il sistema. A capo di tutto c’è l’architetto che ha costruito Inferno e che è stato il suo primo prigioniero, il padre che Alec ha sempre creduto morto…

Avevamo lasciato Alec e Maj all'uscita da Inferno e proprio lì li ritroviamo all'inizio di Purgatorio, come se anziché cambiare libro avessimo semplicemente girato pagina. Così, seguendo il filone narrativo, ci ritornano alla mente tutte le peripezie e le fatiche che hanno affrontato ci aspetteremo due personaggi distrutti, dopo la perdita di Maureen e Guido, invece Alec e Maj sembrano più forti di prima e disposti a tutto pur di rimanere uniti, questa volta per sempre: sorvolando su alcune scene smielate delle prime trenta pagine, i due innamorati non possono che suscitare tenerezza nel lettore e spingerlo ad andare avanti nella lettura. Infatti in un futuro distopico le scene idilliache non possono che essere seguite da orrori e distruzione e così puntualmente i due, insieme a Jorgos, arrivano in un posto che non è segnato sulle cartine, un'isola montuosa in cui riecheggiano urla di dolore e sofferenza: si tratta di Purgatorio, l'unica via d'accesso per una società utopica, la Polis, a capo della quale troviamo niente popò di meno di... Lando, il padre di Alec! Hip hip Hurrà! Ok, forse non avrete capito niente in questo mio riassunto, ma è normale: le prime cinquanta pagine del libro avrebbero dovuto essere almeno il triplo, per evitare questa accozzaglia di avvenimenti. Tuttavia, dopo lo scoglio iniziale il lettore inizia ad avere un'idea più chiara di quanto sta capitando...

In sostanza, la montagna del Purgatorio è composta da una serie di prove a cui devono sottoporsi tutti i disertori di Europa che vorrebbero iniziare una nuova vita nella Polis, per testarne le capacità fisiche e soprattutto mentali. Lando, il padre di Alec ormai diventato cieco dopo la permanenza nella sua creazione, ovvero l'Inferno, accoglie il figlio e Maj nella città, sapendo quanto il loro appoggio sia fondamentale: infatti nel frattempo ad Europa si è creato un Movimento (capeggiato da amazzoni ed anarchici) per far crollare l'Oligarchia, a capo della quale ci sono Kronous, Marvin (esatto, il belloccione) e la sua novella sposa Maureen. Vi devo spiegazioni anche su quest'ultimo punto: Maureen non è morta, ma è stata costretta a schierarsi col governo, piuttosto che morire. Senza addentrarci troppo nei dettagli, altrimenti diventerebbe un post chilometrico e vi toglierebbe tutto il gusto della lettura, Purgatorio inizia molto caotico ma pian piano tutti i nodi vengono al pettine e diventa di facile lettura. Quindi, Alec e Maj affronteranno il percorso di purificazione della montagna del Purgatorio ma dovranno subito dopo affrontare qualcosa di ancora più pericoloso: un'imminente rivoluzione.

“Cosa succede se ci rifiutiamo di fare il cammino?”
“Non potete rifiutarvi.”
“Che senso ha tutto questo?”
“Il senso è nel cammino.”

Gli aspetti distopici del libro risultano, come nel primo volume, molto accentuati e conformi alla "tradizione" degli ultimi cinque anni: pian piano i protagonisti guadagnano maggiore maturità e diventano, consapevoli o meno, simboli di una rivoluzione contro il governo. Tuttavia, mentre in Inferno tutto ciò era ben amalgamato con il contesto dantesco, in Purgatorio ho sentito un po' la mancanza di riferimenti all'opera originale, come se Gungui non avesse trovato la maniera di adattare le cornici originali a quelle distopiche. Per intenderci meglio, il viaggio di purificazione di Alec e Maj avrebbe, a mio parere, dovuto occupare molto più spazio, mentre invece viene liquidato in pochi capitoli senza offrire spunti di riflessione sul perché delle prove che affrontano. Tutti i disertori devono compiere questo rito, ma ancora adesso, dopo aver finito la lettura, aleggia in me un grande dubbio: "Perché? Che senso ha tutto questo, se poi i protagonisti stessi non riflettono sul significato del viaggio nel Purgatorio?".

A parte queste riflessioni un po' da secchioni, lo ammetto, Purgatorio ha subito una notevole svolta rispetto al primo; il ritmo narrativo, il succedersi di tutti gli avvenimenti mi ha lasciata incollata alle pagine e sono state numerose le volte in cui mi è mancato il fiato. L'Oligarchia diventa sempre più spietata, arriva perfino a compiere delle sperimentazioni umane per accrescere il proprio potere, e Kronous non ha pietà nemmeno per suo figlio. Ci viene anche spiegato, durante la lettura, cosa si trova al di là di Europa, elemento che nel primo libro era assolutamente mancante. Molte domande trovano risposta, altre invece si aprono.

Ho apprezzato molto lo sviluppo di alcuni personaggi, meno quello *inesistente* di altri; infatti in Purgatorio Gungui ci offre la possibilità di conoscere meglio alcune vecchie glorie, come Jorgos, Beth e Maureen, ed introduce in maniera coerente altre, ovvero Lando e Laura, ma si dimentica un po' dei suoi protagonisti. Alla fine del libro, dopo tutto questo marasma di avvenimenti, Alec mi è parso identico a come era nella prima pagina di Inferno e lo stesso discorso vale anche per Maj: benché abbiano attraversato sfide titaniche insieme, sono ancora un po' infatili. Mi aspetto tuttavia grandi cose da questi due in Paradiso, a maggior ragione dopo il cliffhanger di fine libro che ne divide i destini. Un grande merito va tuttavia alla caratterizzazione delle storie parallele, ovvero quella di Maureen e quella di Guido, che si integrano bene con il filone principale e, a tratti, sono perfino più coinvolgenti ed interessanti.   

Dunque, ricapitolando: Purgatorio è un libro molto piacevole e scorrevole, adatto per chi vorrebbe avvicinarsi ad un distopico made in Italy; tuttavia presenta alcune lacune dal punto di vista dei riferimenti danteschi, per cui i puntigliosi devono essere avvisati: non troverete la fedeltà del primo libro. Si merita comunque tre stelle, nella speranza che Paradiso riesca a risollevarle un po'! E voi nargilli? Lo avete letto? Se avete commenti su libro, fatemeli sapere qua sotto :D A presto,

Marta (Cinnamon Cookie)

2 commenti:

  1. Non ho letto la rece perché non ho ancora letto Inferno e con il tuo avviso di spoiler (giustamente, essendo secondo volume di una serie) preferisco evitare. Però quelle tre stelline.. Cavoli se non mi piacciono.. Speravo in qualcosa di meglio onestamente.. Mi sa che mi tocca leggere Inferno e vedere :/

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    1. In verità dalla citazione in verde in poi è praticamente spoiler-free ;) Guarda, dalle premesse anche io mi sarei aspettata un libro da almeno quattro/cinque stelline, invece mi ha un po' delusa. Comunque Inferno merita!

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